Palline che volano, zolle che decollano, corpi che si avvitano nei loro migliori swing. Nel campo succede di tutto, così come nella vita: assistiamo a continui cambi di strategie, a una alternanza di sorrisi e bronci, sguardi con occhi di tigre o di agnello.

Questa giostra di decisioni e emozioni richiede un continuo impegno di risorse personali.

La risorsa a cui voi golfisti dovete appellarvi, e che mi ha sempre affascinata, è l’attenzione: l’apice della concentrazione che ogni volta, durante le lunghe ore di gara, siete chiamati a raggiungere quando colpite la pallina, da qualsiasi posizione essa sia.

Tuttavia, non è sempre facile ottenere questo grado di attenzione. In campo, infatti sento spesso discutere – anche durante la gara – più dei colpi precedenti o di quelli futuri che del colpo che ci si appresta a tirare. “Se quel colpo fosse stato più a destra non sarebbe finito in acqua”.

Se alla buca nove fossi uscito meglio dal bunker, adesso sarei due colpi sotto”. “Salla buca dieci gioco come sempre, porto a casa un bel birdie” e altre frasi analoghe. Tutte potenzialmente vere, ma il più delle volte pronte a distrarre la vostra attenzione dal tiro che dovete affrontare in quel momento, condizionandolo.

Un modo più efficace di “stare in campo” invece è quello di affrontare ogni colpo come fosse il primo e l’ultimo della gara. Se ci pensate un attimo, infatti, il colpo futuro non è ancora arrivato e quello venuto male è ormai andato, quindi è inutile spenderci energie: potete influenzare solo il momento presente. E poi, perché pensare di giocare la stessa buca di un campo in cui si è già stati, sempre allo stesso modo? Se siete veramente attenti, non riprodurrete mai esattamente gli stessi gesti: l’attenzione deve essere sempre maggiore del naturale automatismo con cui gestite un colpo.

In altre parole, l’unico colpo su cui potete avere un’influenza reale, e che può cambiare le sorti del vostro score, è quello che state per tirare. La vostra capacità di dedicarvi completamente al singolo tiro è legata alla generazione di nuovi stimoli e nuove percezioni, liberi dall’influenza delle sensazioni e delle emozioni legate al passato. Se provate a usare così le vostre risorse interiori e le vostre migliori abilità tecniche, farete davvero colpo!

 

Articolo originariamente pubblicato su Golfando il 23 giugno 2016